Bello suonare, andare nei locai e a comprare dischi, ma non ci pensi alla Pulizia del Vinile? Perché se pensi che quei “pop” e “click” siano solo il “fascino analogico”, forse ti stai sbagliando. Sono anche il suono della sporcizia che sta lentamente consumando i tuoi dischi e la tua puntina che ogni tanto bagni con la saliva. Ecco una guida adatta a neofiti e appassionati.
Mi è capitato di vedere collezioni o singoli vinili rovinati con metodi di pulizia improvvisati (sì, sto parlando di te che usi l’acqua del rubinetto e il detersivo per i piatti). Il vinile è un supporto fisico, e come tale attira polvere, grasso delle dita e sporco atmosferico. Siccome che siamo abituati a maneggiarli con le mani, non ci facciamo troppa attenzione, come invece eravamo abituati a fare con i classici Audio CD.
Pulire un disco non è solo una questione estetica; è una questione di qualità sonora e di longevità. Una puntina che solca un disco sporco agisce come carta vetrata, rovinando irrimediabilmente le pareti del solco. In questa guida vorrei tentare di mostrarti due livelli fondamentali di pulizia: quella quotidiana e quella profonda. Entrambi importanti, una non può fare a meno dell’altra.
In questo articolo:
Pulizia del Vinile e contatto fisico:
la realtà del DJ vs Audiofili
Se chiedete a un collezionista purista o a un audiofilo come si maneggia un vinile, vi risponderanno probabilmente con un dogma assoluto: non toccare mai, per nessuna ragione, la superficie incisa. Ma chi vive in console sa bene che questa regola, nel nostro mondo, è semplicemente inapplicabile. Per un DJ il disco non è una reliquia da museo da osservare a distanza, ma un vero e proprio strumento di lavoro fisico dove il cueing, la correzione della messa a tempo o lo scratch richiedono un contatto diretto e deciso con i solchi. È la natura del nostro mestiere e non possiamo certo evitarla.
Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli di cosa accade chimicamente in quel momento per limitare i danni. Le nostre dita, anche quando sembrano pulite, rilasciano naturalmente degli oli cutanei che si depositano sul vinile creando impronte invisibili. Queste tracce di unto agiscono purtroppo come un collante formidabile per la polvere, trasformando i normali detriti atmosferici in una sorta di fanghiglia microscopica che si incrosta nei solchi, degradando le frequenze alte e accelerando l’usura della puntina.
Il segreto per noi DJ non sta quindi nello smettere di toccare i dischi, ma nel farlo con cognizione di causa, magari lavandosi le mani prima di una sessione per ridurre il trasferimento di grasso e abituandosi a maneggiare il vinile dai bordi o dall’etichetta in tutte le fasi di “non-mixaggio”, come l’estrazione dalla copertina. Soprattutto, proprio perché il contatto durante il set è inevitabile, la pulizia con la spazzola subito dopo l’ascolto diventa un rituale non negoziabile, essenziale per rimuovere la polvere prima che questa abbia il tempo di cementificarsi sulle impronte lasciate durante la performance..
Livello 1: La pulizia tattica a secco
Passando all’azione, il primo livello di difesa è quello che definirei “tattico”, ovvero la manutenzione da eseguire direttamente sul piatto. Consideralo un rituale obbligatorio, una sorta di salvagente da lanciare ogni singola volta che il vinile tocca il panno del giradischi, sia prima di posizionare la puntina che, cosa che spesso si dimentica per fretta, prima di riporlo nella custodia. Questo passaggio è cruciale perché serve a spazzare via la polvere superficiale e, soprattutto, a scaricare l’elettricità statica accumulata, che è la vera responsabile dell’attrazione magnetica dello sporco atmosferico.
Lo strumento principe per questa operazione non può essere un panno qualsiasi – vi prego, dimenticate magliette o stracci di cotone che lasciano pelucchi o rischiano di graffiare – ma deve essere rigorosamente la spazzola in fibra di carbonio. Le sue setole sottilissime sono progettate per entrare delicatamente nei solchi senza aggredirli, sollevando i detriti volatili che altrimenti verrebbero “cementati” sul fondo dal calore generato dal passaggio dello stilo o incollati dalle nostre impronte digitali. È un gesto tecnico che ruba pochi secondi al mix, ma che allunga la vita della vostra collezione di anni.

Come procedere:
- Metti il disco sul piatto e fallo girare (33 o 45 giri è indifferente).
- Tieni la spazzola in fibra di carbonio delicatamente sulla superficie del disco mentre gira. Non premere: lascia che siano le setole a fare il lavoro.
- Dopo un paio di giri, sposta lentamente la spazzola dal centro verso il bordo esterno, portando via la polvere raccolta.
- Importante: Tocca la parte metallica della spazzola (se presente) per scaricare l’elettricità statica accumulata.
Livello 2: Il Lavaggio Profondo (Manuale a Umido)
Quando un disco è molto sporco, ha impronte digitali o è stato comprato usato in un mercatino, la spazzola a secco non basta. Serve un lavaggio vero e proprio per sciogliere lo sporco incrostato nei solchi.
Per il metodo manuale, ti serve un kit specifico: un liquido detergente formulato per vinili (solitamente una miscela di acqua distillata, alcol isopropilico in bassa percentuale e un agente tensioattivo), un panno in microfibra di alta qualità e una spazzola di velluto o con setole morbide dedicate al lavaggio.
Attenzione: Non fare mai questa operazione sul giradischi! Rischi di danneggiare il motore o l’elettronica con il liquido. Usa una superficie piana e pulita, protetta da un panno morbido.

Il processo di lavaggio:
- Poggia il disco sul panno morbido.
- Applica una piccola quantità di liquido detergente sulla superficie (o sulla spazzola di velluto). Evita assolutamente di bagnare l’etichetta centrale, che potrebbe scollarsi o macchiarsi.
- Usa la spazzola di velluto per distribuire il liquido seguendo i solchi (in senso circolare). Applica una pressione leggera ma ferma per permettere alle fibre di entrare nei solchi.
- Per i dischi molto sporchi, lascia agire il liquido per qualche secondo (segui le istruzioni del produttore), poi ripeti il passaggio con la spazzola.
La Fase Cruciale: L’Asciugatura
Questo è il passaggio che molti sbagliano. Dopo aver rimosso lo sporco con il liquido, il disco è bagnato. Se lo asciughi frettolosamente con un panno, rischi di ridepositare lo sporco o di creare elettricità statica. Se lo rimetti subito nella busta, rischi la formazione di muffe. La soluzione migliore è l’asciugatura all’aria. Quindi se convivete, uno dei due lava i piatti… l’altro i vinili.

Dopo aver passato la spazzola bagnata, usa un panno in microfibra pulito e asciutto per rimuovere il grosso del liquido, sempre con movimenti circolari delicati. Posiziona il disco verticalmente, se hai uyna rastrelliera o uno scolapiatti, va bene quello. Altrimenti ti puoi attrezzare con dei kit o accessori che trovi facilmente online.
Lascialo asciugare completamente all’aria per almeno 15-30 minuti prima di riporlo nella sua busta. Assicurati che la superficie sia lucida e priva di qualsiasi alone di umidità.
Cosa NON fare (Errori Comuni)
- MAI usare acqua del rubinetto: Contiene calcare e minerali che si depositeranno nei solchi una volta evaporata l’acqua, creando più rumore di prima. Usa solo acqua distillata o demineralizzata se prepari le tue soluzioni.
- MAI usare alcol denaturato puro (quello rosa): È troppo aggressivo per il vinile e contiene additivi che lasciano residui. L’alcol isopropilico (IPA) va bene, ma solo in soluzioni diluite (max 20-30%) e mai sui dischi a 78 giri in gommalacca (che l’alcol scioglie!).
- MAI usare detersivo per i piatti: È troppo sgrassante, difficile da risciacquare completamente e lascia residui chimici che attirano nuova sporcizia.
Quindi, la Pulizia del Vinile…
Prendersi cura dei propri dischi richiede tempo e pazienza, ma il risultato ripaga ogni sforzo. Un vinile pulito suona meglio, ha una dinamica superiore e, soprattutto, dura per sempre. I puristi e gli audiofili potranno dirne di ogni, ma durano e suonano bene per anni se mantenuti bene. Se investi centinaia di euro in dischi e puntine, investire qualche decina di euro in un buon kit di pulizia è la scelta più saggia che tu possa fare.
Tuttavia, la Pulizia del Vinile è solo il primo passo verso la conservazione perfetta. Esiste tutto un mondo sommerso fatto di buste interne antistatiche speciali – fondamentali per sostituire quelle originali di carta che spesso micro-graffiano i dischi – e di custodie esterne protettive che meritano un approfondimento a parte. Ma non voglio mettere troppa carne al fuoco oggi: preparatevi, perché in una prossima guida su Fader Space analizzeremo proprio quali accessori acquistare per archiviare i vostri dischi come veri professionisti, trasformando la vostra libreria in un caveau a prova di tempo.

